Progettazione meccanica

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Lo scopo della progettazione è quello di stabilire come creare un sistema in grado di compiere le operazioni richieste in base a quanto indicato dal committente. In ogni studio di progettazione meccanica si cerca di avviare un processo di concretizzazione che porta dall’esigenza di compiere un processo in un certo modo, fino alla formalizzazione del sistema per rendere possibile la sua produzione.

Per questa fase, ossia il processo di produzione, la documentazione tecnica che è stata sviluppata in fase di progettazione è molto importante.

Dal progetto al prodotto meccanico: la documentazione non deve mancare

Come abbiamo già visto, il disegno è il linguaggio con il quale i tecnici parlano e con il quale sono trasmesse le informazioni da chi ha pensato l’oggetto a chi lo costruisce. Un linguaggio non verbale che ha una simbologia specifica e regole ben definite.

Così come un qualsiasi linguaggio, esso permette fin dai tempi antichi di trasferire informazioni univoche: e lo stesso deve avvenire anche tra diversi uffici, aziende e nello stesso studio di progettazione meccanica.

Per evitare fraintendimenti o incidenti di percorso, è fondamentale quindi che il disegno sia chiaro ed univoco, che rispetti la normativa e che le personalizzazioni e gli esercizi stilistici di quest’arte siano limitati al minimo per non creare confusione!

È evidente che ogni settore ha le sue peculiarità e che ogni azienda sviluppa un suo linguaggio interno per rendere il trasferimento del know how più rapido. Diviene allora ancora più importante che queste regole personalizzate siano chiare e definite e che siano trasferite agli interlocutori insieme ai disegni.

In tutto questo, non bisogna dimenticare di gestire i vari livelli di sicurezza e assunzione di responsabilità se talune informazioni devono rimanere riservate!

Un linguaggio chiaro, per risparmiare tempi e costi allo studio di progettazione meccanica

Torna il concetto di gruppo: nessuno è tuttologo, e per raggiungere il miglior risultato possibile serve che ognuno metta a disposizione le proprie competenze. Chi progetta non può conoscere nel dettaglio tutti i processi di fabbricazione!

Viceversa, è importante quindi che il disegno sia un compendio delle richieste tecniche armonizzate con le necessità produttive: chiunque ed in qualunque fase della progettazione deve essere sicuro che quanto scritto sia valido per tutti. 

Individuare e mediare sin da subito le necessità di ognuno sempre con uno sguardo al prodotto finale che si sta costruendo.

Per rendere snello il processo, all’interno dello studio di progettazione meccanica vanno definiti quindi compiti, ruoli e responsabilità: deve essere ben chiaro il margine di autonomia di ogni figura in modo da ottimizzare i tempi nella gestione e risoluzione dei problemi e nell’esaltare le opportunità.

Attenzione: Le maggiori perdite di tempo derivano dal fatto che non è chiaro il perimetro di manovra ed a chi chiedere cosa quando necessario!

Il coinvolgimento: il segreto nel passaggio dal progetto al prodotto

Questa fase di passaggio tra l’immateriale (il progetto) e il concreto (il prodotto), ha un riscontro nella verifica.

E tra tutte le fasi della progettazione, è in questa che si ha contezza se la semplicità pensata è realmente tale anche quando si hanno i pezzi in mano da costruire, movimentare e assemblare.

Il progetto è un insieme di scelte e di compromessi tra aspetti tecnici ed economici, tra velocità di esecuzione delle singole fasi o del progetto/prodotto nel suo insieme, e questi compromessi devono garantire di soddisfare i requisiti e le aspettative sia tecniche che economiche di tutti gli stakeholders.

È facile accorgersi di un errore quando si ha il pezzo in mano e non si riesce a montare o il macchinario non funziona come dovrebbe, bisogna pensare che per arrivare a quel componente ne sono stati progettati 100, 1.000, 10.000 ed oltre per fare il macchinario.

La frase tipica “è tutto sbagliato” o “non funziona niente” che l’officina rivolge spesso allo studio di progettazione meccanica deve essere presa come un segnale di difficoltà incontrata, come una richiesta di aiuto per raggiungere insieme gli obiettivi!

Se ci si arrocca ognuno nelle proprie posizioni, gli obiettivi economici e di tempo non potranno essere soddisfatti in alcun modo, diventa una guerra tra clienti e fornitori interni, prima ancora di interagire con clienti e fornitori esterni.

Dal progetto al prodotto: mai dimenticare il lungo termine

Prima ci si allinea con tutte le persone che fanno parte del processo, più velocemente si raggiungeranno obiettivi e soddisfazione. Ognuno è soddisfatto se può fare bene il proprio lavoro e può vedere concretizzata in una “cosa fatta bene” i propri sforzi.

Per far questo bisogna accettare i compromessi che dipendono dalla tipologia di applicazione, ad esempio utilizzare tolleranze troppo “larghe” in una macchina utensile comporta ovviamente problemi sulla precisione della stessa (mancato soddisfacimento delle specifiche), utilizzare le stesse tolleranze “strette” che si devono usare per i componenti di un mandrino che deve ruotare a 15.000 giri al minuto per le viti di fissaggio della protezione del raffreddamento dello stesso mandrino vuol dire aumentare a dismisura i costi dove non necessari (mancato rispetto del budget).

Un progetto è una strada lunga, ed il momento nel quale si vedono i risultati – la verifica – può essere anche molto distante da dove le scelte, giuste o sbagliate, sono state fatte. Una distanza di tempo, perché si può protrarre anche per anni, ma anche una distanza di luogo, visto che potrebbe essere stato distribuito il prodotto a livello internazionale.

L’abitudine sempre più attuale di voler vedere i risultati immediati non si concilia molto spesso con la bontà dei risultati nel lungo termine.

E se uno vuole fare bene il proprio lavoro deve guardare molto avanti.

Un vecchio proverbio Africano dice:

“se vuoi andare veloce, corri da solo.

se vuoi andare lontano, corri insieme a qualcuno.”

Questa è la forza del gruppo, ed è la forza che può farti risparmiare!

 

ERRORI = COSTI

Più difficoltà, maggiori i costi nella progettazione

Le fasi che portano dall’idea al prodotto sono molte e possiamo immaginarle come una strada in discesa. All’inizio la velocità è bassa e per correggere la traiettoria c’è tutto il tempo necessario.

Si può vedere se quanto pensato e come è stato pensato è facile anche quando si hanno i pezzi in mano: accorgersi di un errore geometrico o di un errore nel progetto come dall’altra parte è facile scrivere un numero o una tolleranza molto stretta su un disegno non avendo a pieno la percezione di quali difficoltà costruttive o di montaggio questo comporti: difficoltà = costi.

Il coinvolgimento di chi costruisce e monta in fase di progettazione è importante tanto quanto il coinvolgimento di chi ha progettato nelle fasi di costruzione e montaggio nel rispetto dei ruoli e delle competenze.

DIFFICOLTÀ = COSTI

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Sono Socio e General Manager di Kreacta, un brand di 10 i cube srl. Ho svolto in più occasioni il ruolo progettista meccanico e responsabile di prodotto in importanti aziende nel settore delle macchine utensili e della Ricerca Scientifica. Opero da oltre trent’anni nella progettazione meccanica e nella consulenza industriale, con esperienze anche nei settori di sviluppo del software, piattaforme web, realtà virtuale ed aumentata e sistemi interattivi.

Paolo Dal Fabbro