Progettazione meccanicaerrori-nella-progettazione-copertina

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Quando si inizia un progetto, come teniamo sempre a specificare nei nostri articoli, è molto importante avere le idee chiare. E in progettazione meccanica, avere le idee chiare equivale ad avere una specifica tecnica.

Perché è così importante avere una linea guida condivisa da tutti gli enti aziendali?

I motivi sono molteplici: le scelte del prodotto provengono dalle richieste del mercato, così è più performante sviluppare un prodotto che abbia già clienti interessati.

Al di là della parte economica (comunque da non trascurare) l’aver delimitato il campo di gioco facilita lo sviluppo del prodotto sia in termini di rapidità, sia di efficienza complessiva.

Per sviluppare un prodotto è necessario porsi molte domande, ed in fase di progettazione poter ridurre le variabili teoriche o potenziali è un grande aiuto.

Prendiamo ad esempio la progettazione di una parete divisoria, ed analizziamo in 2 fasi quali sono i 10 errori nella progettazione più impattanti che si possono commettere.

Fase 1 | Lo sviluppo del progetto iniziale

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Errore #1 - Flusso di informazioni

Non c’è un referente unico all’interno dell’azienda che riceve, analizza e smista le informazioni e le richieste provenienti da e per il cliente.

Serve fin da subito che, in fase di sviluppo, qualcuno faccia la parte del cliente e qualcuno la parte dell’azienda. Qui la scelta sembra facile: commerciale = cliente. E la parte dell’azienda? Beh la prima risposta che viene in mente è l’Ufficio tecnico.

Ed eccoci qui alla prima difficoltà: chi fa da mediatore e chi guida il gruppo nel percorso? Ovviamente nessuno dei due contendenti potrà esserlo. Siamo come in una gara sportiva, serve un arbitro!

Qualcuno potrebbe obiettare partendo con l’idea che essere “uno contro l’altro” non faccia il bene dell’azienda: ma lavorare per il bene dell’azienda non vuol dire avere le stesse idee, così come non vuol dire arroccarsi sulle proprie decisioni. 

Serve quindi qualcuno che faccia sintesi e mediazione per ottenere il miglior risultato possibile, ossia:

  • Cliente soddisfatto
  • Risultato economico positivo  

 

Errore #2 – Normativa

Non vengono analizzate le normative a cui il prodotto deve far riferimento.

Per ogni prodotto va deciso quali sono le normative “che comandano”. Possono essere norme tecniche o prescrizioni di legge, possono riguardare il prodotto finale o i componenti che vengono utilizzati (sia singolarmente che pre-assemblati), possono riguardare l’installazione o il trasporto, il collaudo o anche lo smaltimento a fine vita.

Per semplificare le cose ai tecnici, queste valutazioni devono essere fatte per ogni paese nel quale l’azienda ha intenzione di vendere il proprio prodotto: sia che lo venda direttamente, sia che lo faccia attraverso partnership in loco.

Bisogna verificare ed evidenziare le regole comuni e le differenze, analizzandole per capire se possono essere raggruppate (e trovando una soluzione che vada bene per il maggior numero di casi possibili).

Ogni variante ha una differenza di costo: non solo di possibile produzione (se sono norme maggiormente stringenti), ma anche di gestione. E quest’ultima, è indipendente dal costo del prodotto o della variante.

 

Errore #3 – Estetica e Assemblaggio

Non valutare l’impatto dell’estetica nella complessità tecnica ed economica, non riuscire ad assemblare correttamente i componenti, o le soluzioni economicamente vantaggiose non sono esteticamente accettabili.

Estetica e funzionalità non possono essere studiate separatamente, così come estetica e costi, che vanno a braccetto. Questo è uno dei principali errori nella progettazione.

Per ottimizzare il costo del prodotto e mantenere un valore estetico molto elevato, le soluzioni devono essere valutate e considerate fin dall’inizio.

I tecnici tendono spesso a sottovalutare gli aspetti legati alle prestazioni che “non si possono misurare”: bisogna tener presente che ci sono anche alcuni valori intangibili che ci fanno scegliere o meno un prodotto. Ognuno di noi vive emozioni molto personali a riguardo.

Non avere un referente unico che decida le caratteristiche di partenza di una parete – o di un componente d’arredo – può portare a non avere ben chiare le basi tecniche ed estetiche da cui partire per la realizzazione.

Una squadra affiatata ed eterogenea vince sempre, ma solo se ci sono:

  • regole chiare
  • libertà di non essere d’accordo
  • qualcuno che guida
  • una sana dose di autoironia
  • un ambiente sereno 
  • uno spritz

Non sarà una soluzione, ma aiuta sicuramente a creare un ambiente.

 

Errore #4 – Acustica

In funzione del livello di rumorosità dei componenti, o di abbattimento acustico del rumore, vanno previsti adeguati accorgimenti che siano esteticamente ed economicamente impattanti. Sia in fase di produzione che nel montaggio.

Il comfort acustico è uno dei principali elementi che incide sull’esperienza d’uso. L’estetica ad esempio, è determinante solo quando effettivamente il prodotto viene guardato: il suono invece è sempre presente, qualsiasi cosa si stia facendo. La sua corretta gestione influisce molto nella scelta di acquisto.

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Errore #5 - Estrusi

Nella definizione del design, non sono stati tenuti in considerazione gli elementi di corretta progettazione degli estrusi.

Questo può accadere sia per quanto riguarda la sezione (spessori, camere, raggi, cave, ecc.) sia per quanto riguarda la gestione dei successivi processi (verniciatura, anodizzazione, taglio, fresatura, foratura, ecc.), in modo da rendere economica e priva di difetti la realizzazione del particolare finito.

 

Errore #6 – Regolazioni

Non è stato tenuto conto, in fase di progetto, del range di regolazione e compensazione dell’altezza e degli elementi di connessione al muro o ad altre pareti.

Questo complica di molto la costruzione: le misure vanno effettuate con cura, così come la gestione di altezze diverse all’interno dello stesso piano. 

Questo costringe ad una maggiore attenzione iniziale prima del montaggio, in modo da allineare tutti i punti del piano entro la corsa di regolazione, ed evitando di utilizzare spessori improvvisati o ricorrere a tagli “rustici” in cantiere.

 

Errore #7 – Funzioni

I meccanismi non funzionano come dovrebbero, i materiali non corrispondono a quelli richiesti dal cliente o non sono adatti a garantire le prestazioni richieste, i componenti si rompono o non durano un numero sufficiente di cicli.

Se l’estetica è un aspetto che si percepisce immediatamente, funzionalità e durata emergono con il tempo e con l’utilizzo. Se la prima può essere in parte questione di gusti personali, le seconde sono dati di fatto.

Se ad esempio una porta con il tempo perdesse l’allineamento, l’apertura diventerebbe maggiormente dura, la maniglia si abbasserebbe a scatti, le cerniere farebbero rumore, non si chiuderebbe bene, le guarnizioni non farebbero più il loro “dovere” e l’ambiente diventerebbe più rumoroso.

Insomma, l’esperienza iniziale si deteriorerà inevitabilmente: e la cosa peggiore è che vivrò questa brutta esperienza ogni volta che aprirò la porta, che sentirò il rumore, che dovrò chiudere con forza ecc.

 

Errore #8 – Documentazione

La documentazione non è completa, è errata o non conforme agli standard normativi o alle richieste del cliente.

La documentazione tecnica non è un biglietto da visita ed un buongiorno come un catalogo, ma è un ringraziamento per l’acquisto ed un arrivederci.

Il cliente non ricorderà l’esperienza del catalogo (chi compra spesso non è chi utilizza), ma ricorderà le istruzioni e i consigli che gli verranno dati alla consegna del prodotto.

Ti ricordi di più gli stuzzichini che ti offrono finché aspetti di essere servito o il liquore con il cioccolatino alla fine del pranzo?

Grande scelta di upselling!

Anche la documentazione tecnica deve essere in linea con lo stile dell’azienda: cataloghi super patinati, ambientazioni da paura, foto stratosferiche…e poi due fotocopie spiegazzate dentro il cartone del trasporto, con le indicazioni di utilizzo e di manutenzione, non vanno proprio d’accordo.

Attenzione, attenzione: chiedesi intervento urgente del mediatore!

Fase 2 | Ottimizzazione e completamento (o espansione) del progetto

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Errore #9 - Modifiche

Non c’è un’analisi immediata sull’impatto delle richieste di modifiche o di personalizzazione.

Ecco che arrivano le richieste di personalizzazione: dal cliente al commerciale, dal commerciale all’ufficio tecnico, dall’ufficio tecnico alla produzione, dalla produzione alla spedizione ed infine al montaggio.

Hai idea di quanto tempo si deve dedicare (o perdere a seconda dei casi) per seguire le richieste di personalizzazione di un cliente?

Su questo terreno torniamo di prepotenza all’errore #1. Il mediatore infatti, deve dare il meglio di sé tra:

  • il commerciale, che delle 4632 combinazioni previste dice che manca sempre quella giusta e tante non servono a nulla…
  • …e il tecnico, che afferma che non è possibile non riuscire a convincere il cliente e guidarlo a scegliere tra tutte le varianti esistenti.

La valutazione dell’impatto economico viene fatta spesso sulla differenza di costo dei componenti, o a volte, sul costo della progettazione.

Sbagliato! Questo impatta in tutti i processi.

 

Errore #10 – Configurazioni

In fase di progetto, tenere conto solo di alcune varianti e configurazioni che compongono una parete, e non di tutte le tipologie.

In fase di progetto vanno studiate tutte le configurazioni degli elementi: accessori, tipologie di porte, giunzioni e ogni altro elemento di quella parete, nonché di eventuali connessioni con altri modelli di pareti ed accessori.

Questo permette di valutare l’utilizzo di componentistica e soluzioni già adottate, sia per uniformità che per ottimizzazione di produzione, e non costringerà ad adattarsi successivamente a soluzioni poco estetiche ed economicamente onerose.

Non è detto che tutte le versioni debbano essere messe a listino, ma la maggior parte pensate e predisposte, si. 

Sarà un grande aiuto quando, inevitabilmente, verrà richiesta la personalizzazione.

Ci sono occasioni che non si possono perdere, e opportunità che non si devono perdere: dunque, sempre pronti all’innovazione, ma attenzione ai numeri!

Generative design

e altre nuove tecnologie della progettazione

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Sono Socio e General Manager di Kreacta, un brand di 10 i cube srl. Ho svolto in più occasioni il ruolo progettista meccanico e responsabile di prodotto in importanti aziende nel settore delle macchine utensili e della Ricerca Scientifica. Opero da oltre trent’anni nella progettazione meccanica e nella consulenza industriale, con esperienze anche nei settori di sviluppo del software, piattaforme web, realtà virtuale ed aumentata e sistemi interattivi.

Paolo Dal Fabbro